La Finanza è un elemento cruciale per la sostenibilità ed è ciò su cui scommette l’UE per centrare gli obiettivi di neutralità carbonica entro il 2050 e contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
Per l’IEA (“Agenzia Internazionale per l’Energia”), la crescita record dal 2021 della produzione di energia solare e la vendita di auto elettriche è in linea con il percorso di azzeramento delle emissioni a livello globale entro il 2050. Tuttavia, secondo le loro stime, la spesa globale deve aumentare dagli 1,8 mila miliardi di dollari attuali a 4,5 mila miliardi all’anno entro i primi anni del prossimo decennio.
Per quanto riguarda l’Italia, sappiamo che il PNRR rappresenta uno strumento chiave per dare il giusto sostegno economico agli investimenti, in particolare su quelle tecnologie di decarbonizzazione che ancora oggi non sono mature (ad esempio gli elettrolizzatori per la produzione di idrogeno). Come noto, i fondi saranno destinati per almeno il 37% al contrasto del cambiamento climatico, con 250 miliardi di euro per i cd progetti Green. In quest’ambito 60 miliardi di euro sono destinati allo sviluppo di progetti legati all’economia circolare, alle energie rinnovabili – ivi compresa l’autoproduzione, l’idrogeno e i gas verdi – alla mobilità alternativa, all’efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici.

Dal settore privato possono arrivare importanti risorse convogliando capitali per sostenere i progetti sulle energie rinnovabili e quelli per l’efficientamento energetico, nonché sui sistemi di accumulo e la loro messa a disposizione del mercato.
Pur essendo alto l’interesse degli investitori, l’offerta di progetti è tuttavia fortemente ancora condizionata da barriere quali la burocrazia e le troppe autorizzazioni (incluse anche le frequenti opposizioni dei territori) che risultano essere fattori non abilitanti lo sviluppo dell’offerta stessa.
Inoltre, l’aumento dei tassi di interessi influisce negativamente sul funding a causa del costo del debito.
Detto ciò, sempre di più i fondi di private equity stanno guardando con decisione ai progetti che riguardano le Rinnovabili.
Nuove forme di partnership si stanno affermando nel mercato, laddove il lancio di fondi di investimento alternativo – collocati attraverso anche le piattaforme di crowdfunding – può rappresentare un interessante impulso che contempera l’esigenza di funding delle start up innovative e delle PMI con l’esigenza di una strategia di diversificazione degli investitori, soprattutto istituzionali (intermediari finanziari, fondazioni bancarie, imprese di grandi dimensioni, clientela private).
Questi modelli operativi, grazie anche all’utilizzo della leva, possono riuscire a tradurre i capitali raccolti in superiori investimenti a beneficio delle PMI e startup innovative italiane dedicate allo sviluppo di progetti green energy sul territorio nazionale, riservando laddove possibile una percentuale di asset allocation alla promozione e alla costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
Questo tipo di prodotti quindi, oltre a supportare la transizione energetica ed il contrasto al cambiamento climatico, possono essere in grado di sostenere concretamente l’innovazione e la crescita del tessuto imprenditoriale italiano, peraltro investendo in un settore de-correlato dall’andamento dei mercati quotati, e, grazie alla componente CER, inoltre, di promuovere forme di consumo autoprodotto, con benefici economici, ambientali e sociali di contrasto alla crisi energetica.
Una visione quindi mirata a coniugare innovazione, sostenibilità e finanza alternativa.