In Ecrowdengineering siamo fermamente convinti che le energie rinnovabili sono una vera e propria rivoluzione tecnologica che può davvero fermare la crisi climatica.
Non solo, riteniamo anche che il progresso e lo sviluppo nella ricerca in queste fonti energetiche sia vantaggioso dal punto di vista economico e che il costo delle energie rinnovabili possa andare in una sola direzione ovvero verso il basso.
Più pannelli solari escono dalle fabbriche, più si abbassa il loro costo. Dopo decenni di innovazioni, fotovoltaico, eolico e batterie sono ormai un trio molto competitivo sul mercato dell’energia.
Una transizione rapida verso l’energia eolica e solare non è più da considerarsi il sogno dispendioso dei “fanatici” del clima, ma una scelta politica economicamente razionale, e tanto più la transizione energetica viene portata avanti con decisione, meno oneroso sarà il conto per gli stati e le imprese.
Fin dal 2006 il rapporto Stern (“Economics of Climate change”) calcolava che affrontare il cambiamento climatico sarebbe costato circa l’1% del PIL mondiale ogni anno. Con il calo dei prezzi delle energie rinnovabili e delle batterie, la storia comincia a cambiare: combattere il cambiamento climatico abbandonando le fonti fossili può far risparmiare.
Un rapporto della Oxford Martin School del 2020 sostiene che passare rapidamente a sole, vento e batterie in modo da rispettare l’obiettivo fissato dall’accordo di Parigi (cioè limitare l’aumento della temperatura media globale a meno di un grado e mezzo) farebbe risparmiare migliaia di miliardi di dollari.
Negli anni duemila la Cina ha fatto da battistrada da questo punto di vista ed ha assunto un ruolo preminente in queste tecnologie abbattendo i prezzi della concorrenza attraverso economie di scala, energia a basso costo per le fabbriche e generosi sussidi statali – riducendo per esempio drasticamente il prezzo dei pannelli solari. Negli ultimi cinquant’anni sono diventati mille volte meno cari, mentre la loro efficienza è raddoppiata. Le conseguenze sono altrettanto spettacolari. Dall’inizio degli anni novanta, la capacità installata globale in Cina è cresciuta in media del 44 per cento all’anno.
Anche in Europa si sono visti dei progressi nell’ultimo decennio, anche se le performance nazionali non sono state tutte uguali verso i target 2020 (Pacchetto clima-energia 20-20-20: riduzione delle emissioni di CO2, quota di rinnovabili nei consumi, efficienza energetica).
Diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050 è l’obiettivo alla base del Green Deal europeo, l’ambizioso pacchetto di misure che dovrebbe traghettare l’Unione Europea all’interno della transizione ecologica.
Ma in questo contesto la riduzione dei costi è cruciale. Il citato studio della Oxford Martin School del 2020 mostra che il fotovoltaico – come anche l’eolico e le batterie – seguono un percorso di crescita perfettamente prevedibile: ogni volta che la capacità installata di impianti solari, eolici e batterie raddoppia, i costi diminuiscono di una percentuale fissa. Secondo i ricercatori della Oxford Martin School quattro tecnologie chiave – pannelli solari, turbine eoliche, batterie e celle elettrolitiche (che producono idrogeno a partire da acqua ed elettricità) – possono abbattere drasticamente i costi dell’energia.
Inoltre, secondo Carbon Tracker, i paesi meno sviluppati potranno trarre vantaggio da questa nuova era di pannelli solari a buon mercato, e quelli che sono maggiormente esposti al sole avranno nuove opportunità economiche diventando potenzialmente esportatori di prodotti che richiedono grandi quantità di energia, o anche esportatori di elettricità.
Una vera e propria rivoluzione nella geopolitica.

E in Italia? Le opportunità sono molteplici, soprattutto per chi vuole innovare e ed essere creativo in questo settore.
Ci sono tutta una serie di sfide con cui il settore delle rinnovabili deve confrontarsi: impianti spesso obsoleti, il nodo della manutenzione, la velocità del cambiamento tecnologico, tempi lunghi per le autorizzazioni.

Anche in considerazione dell’attuale scenario geopolitico, in Italia vige l’esigenza di prevedere una serie di diversificazioni nelle rotte e fonti di approvvigionamento energetico.
Qui le rinnovabili possono giocare un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi di sicurezza di approvvigionamento, prezzi accessibili e sostenibilità ambientale. Si stima infatti (Fonte: Cesi) che grazie all’aumento delle fonti rinnovabili entro il 2025 per almeno 40 GW, unitamente a 5,7 GW di accumuli, si possa consentire un risparmio di gas di circa 9 miliardi di metri cubi.
Tale sviluppo implicherebbe la produzione di elettricità per circa 60TWh che rappresenta una importante fetta dell’energia consumata dalle imprese italiane.
L’impegno prospettico – che dovrebbe attestarsi ad una crescita di circa 10 GW per anno – è quindi di stimolo per lo sviluppo di queste tecnologie e rappresenta anche una grande opportunità per le start up che vogliono cimentarsi con l’introduzione di soluzioni innovative, considerando anche che ad oggi ed ormai dal 2013, la crescita del settore viaggia con una velocità di incremento di circa 1 GW all’anno, meno di un decimo del necessario.
Le rinnovabili quindi sono una soluzione efficace per lo sviluppo industriale del nostro paese ed una risposta concreta e strutturale alla crisi energetica e al caro bollette.
Inoltre, secondo quanto riportato dall’Italy Climate report (ICR) del 2020, per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 con una riduzione del 55% rispetto al 1990, l’Italia dovrebbe raddoppiare la produzione di energia da fonti rinnovabili, portandosi nel settore elettrico al 67% della produzione nazionale e facendo crescere le rinnovabili anche nella generazione di calore e nei trasporti, dall’attuale 18% di soddisfacimento del fabbisogno nazionale al 40%.
Lo stesso rapporto, tra i fattori abilitanti questi risultati, individua l’accelerazione nella ricerca e sviluppo e nella diffusione di soluzioni innovative nelle rinnovabili.
Ed è qui quindi che vogliamo dare il nostro piccolo contributo.